Il vincolo paesaggistico di cui all'art. 142, comma 1, lett. a) del D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) si applica ai territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare. Tale vincolo non trova applicazione, tuttavia, nelle aree che alla data del 6 settembre 1985 erano delimitate negli strumenti urbanistici come zone territoriali omogenee A e B ai sensi del D.M. n. 1444/1968, ovvero nei comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'art. 18 della Legge n. 865/1971. Pertanto, l'applicabilità del vincolo paesaggistico dipende dalla classificazione urbanistica dell'area al 6 settembre 1985 e non dalla situazione di fatto, essendo irrilevante il successivo degrado o cementificazione dell'area. Inoltre, l'adozione di una disciplina derogatoria, come quella prevista dalla L.R. n. 14/2009 (c.d. "Piano Casa"), successivamente all'adozione del provvedimento impugnato, non incide sulla legittimità di quest'ultimo, in applicazione del principio del "tempus regit actum". Infine, la lamentata disparità di trattamento rispetto ad un'area confinante non risulta dimostrata, in quanto il diverso esito autorizzatorio può dipendere dall'assenza di una richiesta ai sensi della L.R. n. 14/2009 per quella specifica area.