Cassazione civile Sez. III sentenza n. 22522 del 23 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:22522CIV

Massima

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Il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale, può condannare al risarcimento dei danni ex art. 96 c.p.c. la parte che abbia agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, anche quando le espressioni offensive siano state utilizzate dal suo difensore negli atti processuali. Tale responsabilità del difensore, di natura aquiliana, è autonoma rispetto a quella della parte e può essere accertata in un giudizio separato, qualora il giudice dinanzi al quale sono state utilizzate le espressioni offensive non possa più provvedere con sentenza sulla domanda di risarcimento, come nel caso in cui le frasi siano contenute in atti di un processo di cognizione che non si sia concluso con sentenza o in atti di un processo di esecuzione. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei presupposti per la condanna ex art. 96 c.p.c., può considerare complessivamente il comportamento della parte, ivi compresa la produzione di una mole di documenti risultati poi del tutto irrilevanti, senza che ciò integri una violazione del principio della domanda. La liquidazione del danno, rimessa alla valutazione discrezionale del giudice, deve essere congruamente motivata sulla base degli elementi di fatto accertati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SALME' Giuseppe - Presidente

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

Dott. RUBINO Lina - Consigliere

Dott. CIRILLO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. VINCENTI Enzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 7191/2011 proposto da:

(OMISSIS) (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), rappresentato e difeso da se medesimo;

- ricorrente -

contro

(OMISSIS) (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, presso la CANCELLERIA DELLA CORTE DI CASSAZIONE, rappresentato e difeso da se medesimo;

- controricorrente -

avverso la sentenza n. 3383/2010 della CORTE D'APPELLO di MILANO, depositata il 14/12/2010 R.G.N. 1374/2007;

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