Cassazione penale Sez. IV ordinanza n. 21372 del 20 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:21372PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di applicazione della pena su richiesta delle parti, non è tenuto a valutare d'ufficio la sussistenza di eventuali cause di proscioglimento, essendo tale valutazione rimessa esclusivamente alla volontà dell'imputato di accedere a tale rito speciale, il quale comporta la rinuncia all'accertamento pieno della responsabilità penale. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso la sentenza emessa ai sensi dell'art. 444 c.p.p. è inammissibile qualora sia fondato su motivi diversi da quelli tassativamente previsti dal comma 2-bis del medesimo articolo, ovvero l'espressione della volontà dell'imputato, il difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, l'erronea qualificazione giuridica del fatto e l'illegalità della pena e delle misure di sicurezza. In tali casi, l'inammissibilità del ricorso, riconducibile a colpa del ricorrente, comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCIALLI Patrizia - Presidente

Dott. FERRANTI Donatella - Consigliere

Dott. NARDIN Maura - rel. Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/11/2019 del TRIBUNALE di BERGAMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MAURA NARDIN.
FATTO E DIRITTO
1. Con ricorso proposto a mezzo del suo difensore, (OMISSIS) impugna la sentenza in epigrafe, pronunciata ex articolo 444 c.p.p., con cui gli e' stata applicata la pena concordata in relazione al reato di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 4, per avere detenuto gr. 300…

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