Il canone patrimoniale non ricognitorio di cui all'art. 27 del Codice della strada può essere legittimamente imposto solo a fronte di un utilizzo singolare della sede stradale che ne limiti o condizioni in modo apprezzabile la fruizione pubblica, mentre non è consentita la sua imposizione per la mera presenza di infrastrutture a rete, come condutture elettriche interrate, che non precludono né limitano la normale circolazione stradale. Il regolamento comunale che assoggetti indiscriminatamente al canone non ricognitorio anche le occupazioni del sottosuolo stradale che non incidono sulla fruibilità pubblica della sede stradale è pertanto illegittimo per violazione dell'art. 27 del Codice della strada, il quale fonda la legittimità dell'imposizione del canone sull'esistenza di un provvedimento di autorizzazione o concessione che abiliti a un uso singolare della risorsa pubblica, limitandone o condizionandone in modo apprezzabile il pieno utilizzo. L'interesse all'annullamento di un regolamento comunale di contenuto normativo, che prevede in via generale e astratta l'imposizione di un canone, sorge solo con l'adozione dell'atto applicativo che concretizza ed attualizza la lesione della sfera giuridica del singolo destinatario, differenziandone la posizione rispetto a quella degli altri potenziali destinatari.