Il Comune è tenuto a concludere il procedimento amministrativo avviato su istanza di parte con un provvedimento espresso e motivato, entro i termini di legge, anche quando abbia già comunicato i motivi ostativi all'accoglimento della domanda. Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'atto di diffida presentato dal privato per ottenere la conclusione del procedimento configura un'omissione illegittima, che impone all'ente di adottare una decisione espressa, senza che ciò comporti alcuna valutazione sulla fondatezza della pretesa azionata nel merito. La nuova disciplina del silenzio-assenso in materia edilizia, introdotta nel 2011, non trova applicazione quando il procedimento sia relativo ad aree sottoposte a vincolo paesaggistico, né può essere applicata retroattivamente ai procedimenti già pendenti alla data della sua entrata in vigore, attesa la sua natura anche sostanziale oltre che meramente procedimentale. L'obbligo di concludere il procedimento con un provvedimento espresso e motivato, nel termine di legge, permane pertanto anche in tali ipotesi, a tutela del diritto del privato di ottenere una decisione definitiva sulla propria istanza.