Il Comune non è tenuto a ritenere assentite, per silenzio-assenso, opere edilizie difformi rispetto a quelle indicate nell'istanza presentata ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 37/1985, in quanto tale istituto opera solo per gli interventi espressamente previsti dalla norma e non per opere diverse. Pertanto, il Comune è legittimato a rigettare l'istanza di accertamento di conformità urbanistica qualora accerti che le opere realizzate risultano in contrasto con la disciplina urbanistica vigente, senza che gravi su di esso l'onere di accertare d'ufficio la conformità urbanistica del manufatto, essendo tale onere a carico del privato richiedente la sanatoria. Il provvedimento di diniego è adeguatamente motivato laddove indichi specificamente le ragioni di contrasto dell'intervento con le previsioni urbanistiche, senza che il privato abbia confutato in modo concreto tali valutazioni.