Il difensore dell'imputato condannato con decreto penale ha autonoma legittimazione a proporre opposizione avverso il decreto, con decorrenza del termine per l'impugnazione dalla data di notifica all'imputato, anche quando questa sia successiva alla notifica al difensore, operando in tal caso il termine più ampio previsto per l'imputato. L'opposizione proposta dal difensore prima della notifica all'imputato deve, pertanto, essere ritenuta tempestiva. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione nella presente sentenza è che il difensore dell'imputato condannato con decreto penale ha autonoma legittimazione a proporre opposizione avverso il decreto, con decorrenza del termine per l'impugnazione dalla data di notifica all'imputato, anche quando questa sia successiva alla notifica al difensore. Ciò in applicazione del disposto dell'art. 585, comma 3, c.p.p., richiamato dagli artt. 460 e 461 c.p.p., secondo cui "quando la decorrenza è diversa per l'imputato e per il suo difensore, opera per entrambi il termine che scade per ultimo". Di conseguenza, l'opposizione proposta dal difensore prima della notifica all'imputato deve essere ritenuta tempestiva, in quanto il termine per l'impugnazione decorre dalla data di notifica all'imputato, anche se questa sia successiva alla notifica al difensore. La Corte ha quindi annullato senza rinvio l'ordinanza che aveva dichiarato inammissibile per tardività l'opposizione proposta dal difensore, disponendo la restituzione degli atti al Tribunale per la trattazione dell'opposizione.