Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43383 del 26 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:43383PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale causa di giustificazione prevista dall'art. 51 c.p., esclude la configurabilità del reato di diffamazione quando l'autore della comunicazione, anche se contenente espressioni offensive, sia fermamente e incolpevolmente convinto della veridicità dei fatti esposti, anche se in modo erroneo, e la forma espositiva, pur aspra e polemica, non risulti gravemente infamante e gratuita, ma proporzionata e funzionale alla prospettazione della violazione di interessi e valori ritenuti compromessi. Tale diritto di critica si estende anche alle comunicazioni indirizzate ad autorità disciplinari, volte a sollecitarne l'intervento per rimediare a un illecito ritenuto sussistente, purché l'agente abbia assolto l'onere di deduzione dei fatti nella convinzione, anche erronea, della loro rilevanza ai fini richiesti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia Rosa - Presidente

Dott. Scarl INI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2023 del TRIBUNALE di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE DE MARZO;
udito il Sostituto Procuratore, Dott.ssa OLGA MIGNOLO, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi i difensori:
l'avvocato (OMISSIS) si associa alle richieste della Procura generale, si riporta alle conclusioni che deposita unitamente alla nota spese;
l'avvo…

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