Il mutamento della destinazione d'uso di terreni gravati da diritti di uso civico in favore di privati per finalità sportive e ricreative, in assenza di una adeguata e specifica motivazione circa il reale beneficio per la generalità degli abitanti, costituisce violazione dell'art. 41 del R.D. n. 332/1928 e dell'art. 6 della L.R. Abruzzo n. 25/1988, in quanto tali provvedimenti devono essere preceduti da un'istruttoria che dimostri come la nuova destinazione rappresenti un effettivo vantaggio per la collettività dei cives, non potendo tale beneficio coincidere con il mero pagamento di un canone concessorio o con la realizzazione di opere strumentali all'attività privata. Inoltre, il procedimento di concessione di beni gravati da uso civico deve rispettare i principi di pubblicità, imparzialità, trasparenza e non discriminazione, anche attraverso l'adozione di procedure ad evidenza pubblica, in quanto si tratta di beni di proprietà collettiva la cui gestione non può essere rimessa alla mera discrezionalità dell'amministrazione.