Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36070 del 16 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:36070PEN

Massima

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La partecipazione organica di un soggetto a un'associazione di tipo mafioso può essere desunta da un complesso di elementi indiziari, quali: la piena conoscenza da parte dell'indagato delle dinamiche e della struttura associativa, nonché dell'evoluzione dei comportamenti tenuti dai sodali; la sua considerazione come "nuova leva" da parte di mafiosi di lungo corso; la sua frequentazione di soggetti stabilmente inseriti nell'organizzazione, anche a livello di vertice; la sua costante disponibilità verso i capi, manifestata sia con l'accompagnarli agli incontri che si tenevano nell'abitazione di esponenti di spicco, sia col mettere a disposizione dei sodali la propria auto, utilizzata per spostamenti strategici e anche per commettere reati; la sua partecipazione a danneggiamenti e il maneggio che aveva dei soldi appartenenti alla cassa comune. Tali elementi, nel loro complesso, sono idonei a dimostrare l'intraneità dell'indagato al sodalizio mafioso e il suo radicamento nell'ambiente criminale, anche in assenza di una prova diretta della sua partecipazione a specifici atti delittuosi. L'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. può essere riconosciuta quando l'agente si avvale, anche implicitamente, della forza derivante dal vincolo associativo per forzare la volontà della vittima e fiaccare la sua capacità di resistenza, come nel caso di un'estorsione commessa ai danni di un giostraio che, consapevole del ruolo di referente locale della cosca rivestito dall'indagato, non ha potuto sottrarsi all'imposizione di corrispondere gratuitamente un numero rilevante di biglietti. La presunzione di pericolosità sociale dell'indagato per il delitto di associazione mafiosa, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa, onere che incombe sulla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antoni - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/01/2020 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SETTEMBRE;
sentite il PG LUCIA ODELLO, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che insiste per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha confermato la misura cautelare della custodia in carcere applicata dal Giudice pe…

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