La dichiarazione di recesso dalla convenzione urbanistica, quale atto unilaterale recettizio, non è soggetta al principio del contrarius actus e pertanto non deve rivestire la medesima forma solenne della convenzione stessa, essendo sufficiente la forma scritta. La risoluzione della convenzione per effetto del recesso comporta la retrocessione al Comune delle aree oggetto di trasferimento di proprietà. Il Comune non può rifiutare la restituzione dell'anticipo versato dall'assegnatario, in quanto la mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, cui era subordinato il rilascio del permesso di costruire, integra un inadempimento imputabile all'Amministrazione comunale che legittima l'esercizio della facoltà di recesso prevista dalla convenzione. Il Tribunale Amministrativo Regionale, in sede di giurisdizione esclusiva, è competente a conoscere della controversia avente ad oggetto la convenzione urbanistica, qualificabile come accordo sostitutivo ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 241/1990.