Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45146 del 7 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:45146PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La mera esistenza di rapporti commerciali tra un indagato e soggetti appartenenti a un'associazione per delinquere non è di per sé sufficiente a integrare la partecipazione dell'indagato al sodalizio criminoso, in assenza di elementi che dimostrino in modo inequivocabile il suo consapevole contributo agli scopi illeciti perseguiti dall'organizzazione. I giudici non possono fondare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza su elementi indiziari ambigui o suscettibili di interpretazioni alternative compatibili con l'estraneità dell'indagato alle attività criminose, dovendo invece valutare con rigore logico e analitico tutti gli elementi probatori acquisiti per escludere ragionevoli dubbi sulla effettiva partecipazione dell'indagato al reato associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa il 16/02/2013 dal Tribunale di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso del (OMIS…

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