Il comportamento della pubblica amministrazione che, pur avendo emanato una valida dichiarazione di pubblica utilità e un legittimo decreto di occupazione d'urgenza, non abbia poi provveduto all'emanazione del decreto di esproprio entro il termine quinquennale previsto dalla legge, integra gli estremi dell'illegittimità per violazione dell'art. 13 del D.P.R. n. 327/2001, con conseguente inefficacia sopravvenuta della dichiarazione di pubblica utilità e diritto del privato alla restituzione del bene o al risarcimento del danno. In tali ipotesi, in assenza di un valido titolo ablatorio, non è possibile per l'amministrazione procedere all'acquisizione coattiva del bene mediante il ricorso all'istituto dell'acquisizione sanante di cui all'art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001, essendo tale norma incompatibile con il principio di legalità e con la tutela del diritto di proprietà sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Pertanto, il giudice amministrativo, accertata l'illegittimità del comportamento della pubblica amministrazione, è tenuto a disporre la restituzione del bene al privato o, in alternativa, il risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, determinato sulla base del valore di mercato del bene e del periodo di occupazione illegittima, con esclusione di ogni forma di acquisizione coattiva in assenza di un valido titolo ablatorio.