Cassazione penale Sez. III sentenza n. 14819 del 27 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14819PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la motivazione della sentenza di merito, è tenuto a verificare che essa sia effettiva, non manifestamente illogica, priva di contraddizioni interne e non incompatibile con gli atti del processo, senza poter procedere a una rinnovata valutazione dei fatti. Pertanto, le dichiarazioni della persona offesa, ove assistite da intrinseca attendibilità, possono costituire fonte di prova sufficiente per la responsabilità penale dell'imputato, anche in assenza di riscontri esterni, purché il giudice di merito ne abbia compiuto un esame rigoroso sull'attendibilità intrinseca. Inoltre, la valutazione dei criteri di cui all'art. 133 c.p. per la determinazione della pena rientra nei poteri discrezionali del giudice, censurabile in cassazione solo in caso di mero arbitrio o ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMORESANO Silvio - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonel - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano del 16.11.2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere dott.ssa ((omissis));
udito il pubblico ministero, in persona del sostituto procuratore generale che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. - La Corte di Appello di Milano con sentenza del 16 novembre 2015 ha confermato la sent…

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