Il Consiglio di Stato, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, ha affermato il principio secondo cui le scelte urbanistiche operate dalle amministrazioni competenti, finalizzate a definire l'assetto viario di una zona ritenuto più opportuno per il perseguimento di finalità di interesse generale, possono essere sindacate in sede di giudizio di legittimità solo sotto i profili della manifesta illogicità, irrazionalità, contraddittorietà o carenza motivazionale, non essendo consentito al giudice amministrativo sostituire le proprie valutazioni di merito a quelle dell'autorità preposta alla pianificazione urbanistica. In particolare, la modifica al piano urbanistico comunale, che ha previsto l'inserimento di una nuova strada di collegamento nella frazione di Siusi, la trasformazione di un tratto di strada comunale in zona di verde agricolo e la previsione di una misura compensativa consistente nella trasformazione di altro tratto di strada comunale in percorso pedonale, è stata ritenuta legittima in quanto adottata all'esito di un procedimento articolato e complesso, sulla base di una approfondita istruttoria e di ripetute valutazioni in sede tecnica, senza che emergano profili di manifesta illogicità, irrazionalità, contraddittorietà o carenza motivazionale. Inoltre, la Provincia autonoma, in virtù della propria potestà legislativa primaria in materia di "viabilità", può dettare norme tecniche derogatorie rispetto a quelle statali, come nel caso di specie in cui è stata prevista la possibilità di realizzare tratti stradali con pendenza superiore al 10% per le strade locali in ambito urbano, purché di lunghezza inferiore a 500 metri, in considerazione delle peculiari caratteristiche morfologiche del territorio montano.