Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, essendo un servizio pubblico essenziale, può essere legittimamente prorogato dal Comune mediante ordinanza contingibile e urgente, anche in assenza di una tempestiva indizione della gara per il nuovo affidamento, al fine di scongiurare gravi pericoli per la salute pubblica e l'ambiente. Tuttavia, l'esecuzione del servizio imposta con tale ordinanza non può essere imposta al gestore uscente a condizioni non remunerative, in quanto ciò contrasterebbe con il principio del giusto compenso. Pertanto, il gestore che ritenga di aver subito un danno dalla prosecuzione del servizio alle medesime condizioni economiche originarie, deve tempestivamente impugnare l'ordinanza di proroga, non potendo successivamente contestare gli effetti della sua applicazione. Inoltre, il diritto alla revisione del prezzo, previsto per i contratti di durata, presuppone l'avvenuta pattuizione di nuovi compensi, che non risultino acquisiti nel caso in cui il Comune abbia agito autoritativamente con l'ordinanza di proroga, senza che sia intervenuta alcuna rinegoziazione contrattuale. In tal caso, non può configurarsi alcun inadempimento contrattuale da parte del Comune, né una responsabilità extracontrattuale, in quanto la condotta causale del danno lamentato dal gestore non può essere identificata nell'adozione dell'ordinanza di proroga, resasi necessaria per evitare l'interruzione del servizio pubblico essenziale.