Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, regolarmente assentito, che comporti la creazione di un maggior numero di unità abitative, senza aumenti di volumetria o superficie, costituisce intervento di ristrutturazione edilizia soggetto a permesso di costruire e relativi oneri concessori, non riconducibile alla mera denuncia di inizio attività. Ciò in quanto l'aumento delle unità immobiliari, ancorché realizzato con opere interne, incide sul carico urbanistico determinandone un incremento, che deve essere assoggettato al relativo titolo abilitativo edilizio. L'amministrazione comunale, pur potendo intervenire anche oltre il termine di 30 giorni dalla presentazione della denuncia di inizio attività, non può adottare un provvedimento inibitorio, ma deve esercitare il potere di autotutela, non potendo direttamente inibire l'attività edificatoria oggetto della denuncia decorso il suddetto termine. Il principio di diritto trova applicazione ogniqualvolta un intervento edilizio, pur non comportando aumenti di volumetria o superficie, determini un incremento del carico urbanistico attraverso la creazione di un maggior numero di unità immobiliari, in quanto tali opere, ancorché interne, incidono sulla pianificazione urbanistica e devono essere assoggettate al relativo titolo abilitativo e ai connessi oneri concessori.