Consiglio di Stato sentenza n. 1815 del 2006

ECLI:IT:CDS:2006:1815SENT

Massima

Il Consiglio di Stato, nel dichiarare improcedibile l'appello per sopravvenuta carenza di interesse degli appellanti, afferma il principio secondo cui il venir meno dell'interesse alla definizione del giudizio da parte del ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso, comportando la cessazione della materia del contendere e la conseguente compensazione delle spese di giudizio tra le parti. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare l'effettività della tutela giurisdizionale, impedendo che il processo prosegua in assenza di un interesse concreto ed attuale alla decisione della controversia. Pertanto, il venir meno dell'interesse del ricorrente, per qualsiasi causa, determina l'improcedibilità del ricorso, con la conseguente declaratoria di cessazione della materia del contendere e la compensazione delle spese di giudizio, al fine di evitare un inutile dispendio di attività processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale
(Sezione Sesta)
ha pronunciato la seguente
DECISIONE
sul ricorso in appello n. 759 del 2001, proposto dai signori Va. Fe., Lo. Ge., Gi. Sa. Sp., El. Va., rappresentati e difesi dall'avvocato Fe. Pa., presso il cui studio sono elettivamente domiciliati in Ro., alla via Gi. An. n. 4;
contro
il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, in persona del Ministro pro tempore, e l'Università degli studi di Pa., in persona del Rettore pro tempore, rappresentati e difesi dalla Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici sono domiciliati in Ro., alla via dei Po., n. 12;
per la riforma
della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sez. III bis, 20 settembre 2000, n. 7201, e per l'accoglimento del ricorso di primo grado n. 16476 del 1999;
Visto il ricorso in appello, con i relativi allegati;

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