Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41046 del 26 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:41046PEN

Massima

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Il direttore editoriale di un giornale può essere ritenuto responsabile, anche in concorso con l'autore anonimo degli articoli, per il reato di diffamazione a mezzo stampa, qualora gli articoli, per il loro contenuto specifico e la dovizia di particolari riferiti alla persona offesa, siano riconducibili alla sua ispirazione e regia, pur in assenza di una sua materiale redazione. L'esimente della provocazione non può essere riconosciuta quando la persona offesa si sia rivolta all'autorità giudiziaria nell'esercizio dei propri diritti, veri o presunti, non integrando tale condotta un fatto ingiusto altrui idoneo a provocare la reazione dell'imputato. La determinazione della pena, in caso di conferma integrale della decisione di primo grado, non richiede una specifica motivazione, in assenza di una specifica doglianza sul punto nell'atto di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Scarcella Anna difensore di:

GI. At. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Messina del 14.3.2008;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata. Sentita la relazione del Consigliere Dr. BRUNO Paolo Antonio;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dr. GALASSO Aurelio, che ha chiesto l'annullamento della sentenza impugnata per prescrizione;

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