Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 9462 del 3 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:9462PEN

Massima

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Il dirigente pubblico, nell'esercizio delle sue funzioni di controllo e vigilanza, è tenuto ad agire con la massima diligenza e professionalità, essendo responsabile per le gravi omissioni e negligenze che, pur non integrando gli estremi del reato, abbiano comunque determinato l'emissione di un provvedimento cautelare personale nei suoi confronti. Pertanto, il giudice può negare il riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione qualora accerti che il richiedente, con il suo comportamento gravemente colposo e imprudente, abbia contribuito in maniera determinante a generare l'apparenza di una condotta criminosa, rendendo così credibili le accuse mosse nei suoi confronti e giustificando l'adozione della misura restrittiva, anche in assenza della prova del dolo. In tali casi, la valutazione della colpa grave del richiedente rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui sindacato di legittimità è limitato alla sola verifica della correttezza del procedimento logico-giuridico seguito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. NOVARESE Francesco - Consigliere

Dott. ROMIS Vincenzo - Consigliere

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. LU.;

avverso l'ordinanza del 26.10.2005 con la quale la Corte d'Appello di Milano ha rigettato la richiesta per il riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione, nei confronti del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Udita, in camera di consiglio, la relazione svolta dal Consigliere Dott. D'ISA Claudio.

Letta la richiesta scritta del P.M., in persona del Sostituto Procu…

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