Consiglio di Stato sentenza n. 258 del 2011

ECLI:IT:CDS:2011:258SENT

Massima

Generata da Simpliciter
L'autorità amministrativa competente può revocare un'autorizzazione commerciale, anche in assenza di precedenti penali a carico del titolare, qualora emergano circostanze gravi e circostanziate, tali da far ritenere sussistente un pericolo di abuso nell'esercizio dell'attività autorizzata, a tutela dell'interesse pubblico. La revoca può essere disposta anche in presenza di semplici indizi di collegamenti del titolare con soggetti dediti ad attività illecite, senza necessità di una condanna penale definitiva, purché l'Amministrazione motivi adeguatamente il provvedimento sulla base di elementi concreti e specifici, che rendano ragionevole il sospetto di un pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tali ipotesi, la mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina l'invalidità del provvedimento finale, qualora risulti che l'interessato non avrebbe potuto utilmente partecipare al procedimento, data la gravità e la fondatezza delle circostanze poste a suo carico. L'interesse del titolare all'annullamento della revoca permane anche dopo il trasferimento dell'autorizzazione a terzi, in quanto la pronuncia giurisdizionale può avere rilevanza sia sul piano morale, per la tutela della reputazione, sia su quello patrimoniale, ai fini di un eventuale risarcimento del danno e di future iniziative commerciali.

Sentenza completa

N. 05565/2010
REG.RIC.

N. 00258/2011REG.SEN.

N. 05565/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5565 del 2010, proposto dal signor -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avv. Anselmo Torchia, con domicilio eletto presso lo stesso in Roma, via Sannio 65;

contro

Comune di Pizzo, rappresentato e difeso dagli avvocati Francesco Izzo e Francesco Maria Maione, con domicilio eletto presso la Segreteria della VI sezione del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; U.T.G. - Prefettura di Vibo Valentia, Questura di Vibo Valentia, Ministero dell'Interno, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria per legge presso la sede di Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la r…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.