Il provvedimento di diniego della concessione edilizia in sanatoria ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47/1985 è legittimo qualora le opere abusive realizzate, consistenti in una sopraelevazione di un edificio esistente attraverso una copertura a quattro falde sostenuta da 37 pilastri in cemento armato con altezza variabile da 2 a 4 metri, risultino in contrasto con le norme urbanistiche vigenti, in quanto configurano un ampliamento volumetrico e una modifica della sagoma dell'edificio preesistente, non riconducibili a interventi di manutenzione straordinaria o restauro conservativo ai sensi dell'art. 20 della l.r. n. 71/1978. Il parere della commissione edilizia comunale non è obbligatorio ai fini del rilascio della concessione edilizia in sanatoria, in quanto non espressamente previsto dalla normativa specifica in materia, e la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento non è causa di illegittimità del provvedimento finale, trattandosi di procedimento avviato su istanza di parte e di provvedimento a natura vincolata.