Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9367 del 4 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:9367PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'aggravante prevista dalla Legge n. 203 del 1991, art. 7, che prevede l'aumento di pena per i reati commessi avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall'appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso, deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, il quale deve dare conto in modo specifico e congruo delle ragioni per cui ritiene integrata tale circostanza aggravante, non essendo sufficiente il mero rinvio alla motivazione del primo giudice. La carenza di una tale motivazione specifica configura un vizio di legittimità della sentenza, che deve essere annullata limitatamente a tale profilo, con rinvio ad altra sezione della Corte d'appello per un nuovo esame. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'aggravante mafiosa, deve dimostrare di aver preso cognizione del contenuto sostanziale delle ragioni addotte dal primo giudice e di averle meditate e ritenute coerenti con la propria decisione. Il mero richiamo apodittico e stereotipato alla motivazione di primo grado non è sufficiente a integrare una motivazione per relationem adeguata, in presenza di specifici motivi di impugnazione che contestino la sussistenza di tale aggravante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI M. B. - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 740 della Corte d'appello di Napoli, 3a sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Margherita B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, D'AMBROSIO Vito, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

udito per l'imput…

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