Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La rinuncia dell'imputato a presenziare all'udienza, anche se determinata da un impedimento assoluto dovuto a gravi problemi di salute, non comporta automaticamente la restituzione in termini per proporre impugnazione, qualora tale impedimento non sia stato adeguatamente documentato e portato a conoscenza del giudice. Spetta all'imputato o al suo difensore l'onere di provare l'esistenza dell'impedimento assoluto e di richiedere espressamente il rinvio dell'udienza per motivi di salute; in mancanza di ciò, la dichiarazione di rinuncia a comparire può essere validamente interpretata come una rinuncia all'impugnazione. Inoltre, il giudice che ha precedentemente respinto l'istanza di restituzione in termini non è tenuto ad astenersi dal decidere successivamente sull'inammissibilità dell'impugnazione, in quanto tale provvedimento non rientra tra quelli che comportano l'obbligo di astensione ai sensi dell'art. 42, comma 2-ter, c.p.p. Infine, la declaratoria di inammissibilità dell'impugnazione, sebbene debba essere di norma adottata con ordinanza ai sensi dell'art. 591 c.p.p., può validamente essere pronunciata anche con sentenza, senza che ciò determini alcuna nullità.