Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21347 del 27 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21347PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, abusi dei poteri a lui conferiti dalla legge, compiendo atti arbitrari e illegittimi in danno dei cittadini, integra il reato di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 c.p. Tale fattispecie sussiste anche quando l'abuso si concretizzi in condotte di violenza fisica e psicologica, nonché in falsificazioni documentali finalizzate a garantirsi l'impunità, in quanto tali comportamenti, oltre a violare i doveri di correttezza e imparzialità propri della funzione pubblica, cagionano un danno ingiusto alla libertà e alla dignità della persona offesa. L'elemento soggettivo del dolo generico è integrato dalla consapevolezza dell'agente di compiere atti arbitrari e illegittimi, a prescindere dalla sussistenza di un vantaggio personale. Inoltre, il pubblico ufficiale che, in concorso con altri, redigafalsi verbali attestanti fatti mai avvenuti, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 476 c.p., non potendo invocare a sua discolpa l'obbligo di eseguire gli ordini del superiore, in quanto permane in capo a ciascun agente l'obbligo di compiere i dovuti accertamenti prima di redigere un atto pubblico. Infine, il reato di calunnia di cui all'art. 368 c.p. è configurabile quando il pubblico ufficiale, nell'ambito di un procedimento penale, simuli a carico della persona offesa l'esistenza di reati mai commessi, al fine di garantirsi l'impunità per le proprie condotte illecite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Mar - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Na. Gi. , Pe. Lu. , Fi. Ro. , P. G. ;

avverso sentenza della Corte di appello di Milano del 22 giugno 2010;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Anna Maria Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Riello Luigi, che ha concluso chiedendo la declaratoria di rigetto del…

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