Il potere di annullamento in autotutela della pubblica amministrazione, previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241 del 1990, può essere esercitato anche dopo l'aggiudicazione definitiva di un appalto pubblico e la stipulazione del relativo contratto, al fine di ripristinare la legalità dell'azione amministrativa, purché entro il termine ragionevole di 18 mesi dall'adozione dell'atto da annullare. Tale potere di autotutela pubblicistica è distinto e autonomo rispetto al diverso potere di risoluzione del contratto, disciplinato dall'art. 108 del d.lgs. n. 50 del 2016, che incide sulla sfera privatistica del rapporto contrattuale. Pertanto, l'amministrazione non può confondere e commistionare tali istituti giuridici, dovendo motivare adeguatamente, oltre alla sussistenza di un vizio di legittimità dell'atto da annullare, anche l'esistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale che giustifichi l'esercizio del potere di autotutela, in bilanciamento con l'affidamento del privato.