Il contributo consapevole e volontario di un soggetto alla vita di un'associazione di stampo mafioso, attraverso attività quali la trasmissione di informazioni, la gestione degli affari e delle risorse economiche del sodalizio, il reperimento di armi, l'istigazione di risposte armate, la protezione di latitanti e la disponibilità di documenti contraffatti, integra la fattispecie di partecipazione all'associazione mafiosa, a prescindere dall'accertamento di specifici comportamenti sintomatici della capacità intimidatrice o di sopraffazione propri dell'associazione, essendo sufficiente che il contributo abbia il significato di giovare all'associazione già definita e operante. Le esigenze cautelari di pericolo di reiterazione del reato, inquinamento probatorio e concreto pericolo di intimidazione delle fonti di prova sono ravvisabili in relazione alla gravità del reato contestato e alla pericolosità della consorteria di riferimento, anche in virtù della presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p.