Cassazione penale Sez. II sentenza n. 36236 del 18 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:36236PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la condotta violenta o minacciosa dell'agente non è strettamente connessa alla finalità (lecita) di far valere un preteso diritto, ma è finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto, risultando sproporzionata e gratuita rispetto al perseguimento di tale legittimo scopo. In tali casi, la coartazione dell'altrui volontà, pur potendo astrattamente rientrare nella fattispecie del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, deve essere ricondotta al più grave delitto di estorsione, in quanto l'elemento psicologico e quello oggettivo del reato risultano integrati. La richiesta di giudizio abbreviato condizionato, respinta in sede di udienza preliminare, deve essere riproposta prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, pena la preclusione della possibilità di applicare la riduzione di pena prevista per il rito alternativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. ESPOSITO Antonio - Consigliere

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PL. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 25/10/2006 CORTE APPELLO di BARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARMENINI ((omissis))O;

sentito il P.G. Dott. MONTAGNA Alfredo che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

La Corte di appello di Bari, con la sentenza del 25.10.2006, oggetto della present…

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