Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34511 del 29 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:34511PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. è un reato permanente la cui consumazione perdura fino alla cessazione effettiva della partecipazione dell'imputato all'associazione criminale, che può essere individuata nella data della pronuncia della sentenza di condanna di primo grado in caso di contestazione "aperta" del reato. Ai fini della determinazione della pena, il giudice deve applicare la normativa vigente al momento della cessazione della permanenza, senza che rilevi la data di esecuzione della misura cautelare o della privazione della libertà personale dell'imputato. La valutazione in merito alla sussistenza di circostanze attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità se congrua e non contraddittoria, anche in assenza di uno specifico apprezzamento di ciascuno dei fattori attenuanti indicati nell'interesse dell'imputato. Il giudice di merito, nel valutare gli elementi probatori, gode di ampia discrezionalità, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione. In particolare, il giudice di merito non è vincolato dalle conclusioni cui sia pervenuto un altro giudice in un diverso procedimento, anche se relativo agli stessi fatti, potendo autonomamente valutare tutti gli elementi di prova acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. MONACO Marco M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/05/2018 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MONACO MARCO MARIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CUOMO LUIGI, che ha concluso per l'inammissibilita';
uditi i difensori, avvocati (OMISSIS) e (OMISSIS), che insistono per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
La…

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