Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 5347 del 2006

ECLI:IT:TARLAZ:2006:5347SENT

Massima

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Il provvedimento di annullamento della Soprintendenza di un'autorizzazione paesaggistica comunale non può basarsi su una propria valutazione tecnico-discrezionale, ma deve trovare il suo presupposto unicamente su riscontrati vizi di legittimità, quali il difetto di motivazione. La Soprintendenza, nell'esercizio del proprio potere di annullamento, non può sostituire la propria valutazione di merito a quella del Comune, ma deve limitarsi a rilevare l'insufficienza motivazionale del provvedimento comunale, al fine di consentirne la corretta riedizione, emendandolo dal vizio formale rilevato. Le prescrizioni contenute nell'autorizzazione comunale, volte ad assicurare la compatibilità dell'intervento edilizio con l'ambiente circostante, non possono essere considerate di per sé esaustive di tale valutazione, ove risultino meramente generiche e non rapportate alle specifiche condizioni dei luoghi. Inoltre, l'indicazione di tali prescrizioni non può essere invocata dal privato quale prova dell'avvenuta valutazione di compatibilità, atteso che esse riguardano esclusivamente l'edificio in sé considerato e non l'inserimento dello stesso nel contesto paesaggistico. Pertanto, il provvedimento di annullamento della Soprintendenza, fondato sul difetto di motivazione del nulla osta comunale, non può essere censurato per eccesso di potere o travisamento dei fatti, in quanto l'Amministrazione statale non ha inteso sostituire la propria valutazione di merito a quella del Comune, ma ha unicamente rilevato l'insufficienza motivazionale dell'atto impugnato, al fine di consentirne la corretta riedizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO
SEZIONE SECONDA QUATER
ANNO
composto dai signori Magistrati:
Italo RIGGIO ((omissis)) CONTI ((omissis)) RIZZETTO ((omissis)), Relatore
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso n. 11650/2003, proposto da PARIS ((omissis)), SANTINI Massimo e SANTINI Stefano, rappresentati e difesi dagli avv.ti Giovanni ((omissis)) e Annarita ((omissis)) ed elettivamente domiciliato presso lo studio degli stessi, Via della Giuliana n. 38;
contro
il MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, in persona del Ministro pro tempore, costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso ex lege dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici è legalmente domiciliato in Roma, Via dei Portoghesi n. 12;
il Comune di Velletri in persona del Sindaco in carica, non costituitosi in giudizio;
per l'annullamento
- del decreto del Soprintendente per i Beni A…

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