Il Comune, nell'esercizio delle proprie attribuzioni discrezionali, può legittimamente negare il rinnovo di una concessione di occupazione di suolo pubblico per l'installazione di impianti di distribuzione di gas, qualora abbia precedentemente affidato in via esclusiva il servizio di distribuzione del gas su tutto il territorio comunale ad altro operatore. Tale scelta amministrativa, finalizzata a garantire condizioni contrattuali più favorevoli nell'interesse economico generale, non contrasta con i principi di concorrenza e libero mercato, in quanto non preclude ai cittadini la possibilità di approvvigionarsi di gas mediante il ricorso ad altri operatori privati, purché ciò avvenga attraverso l'ubicazione degli impianti di stoccaggio e distribuzione su aree private. Pertanto, il diniego di rinnovo della concessione di occupazione di suolo pubblico, motivato dall'affidamento in esclusiva del servizio di distribuzione del gas ad altro operatore, non è illegittimo, in quanto rientra nell'ampia discrezionalità dell'amministrazione comunale, insindacabile in sede giurisdizionale se non per profili di manifesta illogicità o irragionevolezza. Inoltre, la scadenza del termine della concessione di occupazione di suolo pubblico non determina l'abusività, sotto il profilo edilizio, delle opere in precedenza realizzate in base a regolare autorizzazione, ma soltanto l'obbligo di rimozione delle stesse per assenza attuale di un titolo giustificativo della detenzione dell'area pubblica, da perseguire non con l'ordine di demolizione di opere abusive, bensì con i poteri di tutela della proprietà demaniale.