Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9539 del 3 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:9539PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale, di cui all'art. 337 c.p., può configurarsi come concorso formale di reati, ai sensi dell'art. 81 c.p., quando la condotta violenta è posta in essere nei confronti di più pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, anche se l'atto di ufficio coinvolge direttamente solo uno di essi. In tali ipotesi, il giudice è tenuto a valutare l'eventuale sussistenza del concorso formale di reati e, in caso affermativo, ad applicare il relativo aumento di pena. Tuttavia, qualora gli atti di violenza siano stati commessi esclusivamente nei confronti di uno dei pubblici ufficiali coinvolti nell'atto di ufficio, non ricorre la fattispecie del concorso formale di reati, ma piuttosto quella del reato continuato, qualora le condotte siano state poste in essere in tempi ravvicinati. Pertanto, il giudice, nel determinare la pena, deve verificare attentamente le risultanze probatorie al fine di accertare se il reato sia stato commesso in danno di un solo pubblico ufficiale o di più di essi, applicando la relativa disciplina sanzionatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Trieste;

nel procedimento a carico di:

PA. Lu. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 27 marzo 2008 del Giudice della udienza preliminare del Tribunale di Trieste;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giovanni Conti;

Udito il Pubblico Ministero, in persona d…

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