Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27927 del 25 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27927PEN

Massima

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Il possesso ingiustificato di un bene, come un telefono cellulare, in assenza di elementi probatori sulla sua provenienza lecita, integra il delitto di ricettazione, in quanto la mancanza di spiegazione circa l'origine del possesso costituisce prova della consapevolezza della sua illecita provenienza e della volontà di occultamento, rivelando l'acquisto in mala fede. Il dolo di ricettazione può configurarsi anche nella forma del dolo eventuale, quando l'agente ha consapevolmente accettato il rischio che il bene fosse di provenienza delittuosa, senza limitarsi a una semplice mancanza di diligenza nel verificarne l'origine. L'utilizzo di una scheda telefonica intestata all'imputato non è sintomatico della sua buona fede, considerato che la normativa vigente non consente il rilascio di schede SIM anonime, rendendo necessitato il ricorso a schede intestate a soggetti diversi dall'effettivo utilizzatore. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con il riferimento alla mancanza di effettiva resipiscenza da parte dell'imputato, non essendo tale mancanza confondibile con l'esercizio del diritto di difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. DI PAOLA Serg - rel. Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/06/2016 della Corte d'appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ((omissis)) il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Ancona, c…

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