Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41006 del 9 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:41006PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) può essere integrato anche da condotte indirette, non direttamente rivolte alla persona offesa, ma idonee a interferire nella sua vita privata e a cagionarle uno stato di ansia e paura per la propria incolumità e quella dei propri congiunti. Rientrano in tale nozione di "molestie" anche le condotte tenute nei confronti di soggetti legati alla vittima da un rapporto qualificato di vicinanza, qualora l'agente agisca nella ragionevole convinzione che la vittima ne venga a conoscenza e nella consapevolezza dell'idoneità del proprio comportamento abituale a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che le condotte siano direttamente rivolte alla persona offesa, essendo sufficiente che siano idonee a determinare in una persona comune l'effetto destabilizzante dello stato di ansia e paura. La prova di tale stato d'animo può essere desunta anche dalla natura dei comportamenti tenuti dall'agente, senza che sia necessaria una specifica allegazione della vittima. Inoltre, nel delitto di atti persecutori l'evento è integrato dal risultato della condotta persecutoria nel suo complesso, senza che sia necessario che ogni singolo atto sia di per sé idoneo a cagionare uno degli eventi tipici del reato. La recidiva può essere ritenuta anche in presenza di precedenti penali non specifici rispetto ai reati contestati, purché inerenti a condotte analoghe per natura e modalità esecutive. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella determinazione della pena, potendo valutare anche il comportamento successivo al reato dell'imputato, senza che tale valutazione sia sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o manifesta irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/11/2022 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPUTO.
Rilevato che il difensore del ricorrente ha formulato richiesta di discussione orale Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, ex articolo 23, comma 8, convertito, con modificazioni, dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, prorogato, da ultimo, in forza del Decreto Legge 22 giugno 2023, n. 75, articolo 17 c…

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