Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30025 del 14 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:30025PEN

Massima

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Il giudice, in sede di applicazione della pena concordata ai sensi dell'art. 444 c.p.p., comma 2, non può liquidare il danno in favore della parte civile né imporre condizioni all'operatività della sospensione condizionale della pena oltre quanto concordato tra le parti, essendo il suo ruolo limitato alla mera verifica della sussistenza dei presupposti di legge, di congruità e legalità della pena inflitta. Pertanto, la pronuncia che subordina la sospensione condizionale della pena al risarcimento del danno deve essere annullata senza rinvio, in quanto tale statuizione esula dall'ambito decisorio del giudice in tale fase processuale. Diversamente, la liquidazione delle spese in favore della parte civile, se contenuta entro i valori medi previsti dalle tabelle ministeriali, non richiede una specifica motivazione, salvo che il debitore abbia dedotto circostanze concrete che avrebbero imposto una ulteriore riduzione dell'importo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/03/2013 del Tribunale di Perugia;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Componente Dott. PETRUZZELLIS Anna;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FILIPPI Paola, che ha concluso per l"annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato, limitatamente alla subordinazione del beneficio della sospensione condiz…

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