Consiglio di Stato sentenza n. 9476 del 2022

ECLI:IT:CDS:2022:9476SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, afferma che l'ordine di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo costituisce atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, senza che sia configurabile alcun affidamento in ordine alla realizzazione di attività costruttive contra legem. Ciò in quanto, ai sensi dell'art. 10, comma 1, lett. c), del d.P.R. n. 380/2001, le opere di ristrutturazione edilizia che comportano modifiche del volume, dei prospetti o il mutamento della destinazione d'uso, necessitano di permesso di costruire, non essendo sufficiente la mera denuncia di inizio attività (DIA) o la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). L'accertamento definitivo dell'abusività delle opere, sia sotto il profilo formale che sostanziale, priva di qualunque utilità concreta la precedente impugnazione del silenzio-rifiuto sull'istanza di accertamento di conformità ai sensi dell'art. 37 del d.P.R. n. 380/2001, in quanto il consolidamento dell'accertamento di non conformità comporta la valutazione definitiva dell'abusività delle opere in contestazione. Inoltre, secondo la giurisprudenza consolidata, il tempo trascorso tra la realizzazione dell'opera abusiva e la conclusione dell'iter sanzionatorio non può avere rilievo ai fini della validità dell'ordine di demolizione. Infine, la violazione delle regole in tema di contraddittorio procedimentale non determina l'annullabilità dell'atto, qualora sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/11/2022

N. 09476/2022REG.PROV.COLL.

N. 01421/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1421 del 2017, proposto da
HOTEL MIRAMARE S.R.L., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’avvocato Giovanni Malinconico, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Federico Pernazza in Roma, via Po, n. 22;

contro

COMUNE DI LATINA, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sezione staccata di Latina (Sezione Prima), n. 462 del 2016;

Visti il ricor…

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