Il silenzio serbato dalla Pubblica Amministrazione sull'istanza del privato, volta all'acquisto di un bene demaniale ai sensi dell'art. 5-bis, comma 6, della legge n. 212/2003, integra un'omissione di provvedimento in violazione del generale obbligo di concludere il procedimento con un atto espresso e motivato entro il termine di cui all'art. 2, comma 1, della legge n. 241/1990. Pertanto, il giudice amministrativo, pur non potendo pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa sostanziale, è tenuto a dichiarare l'illegittimità del silenzio e ad ordinare all'Amministrazione di provvedere definitivamente sull'istanza entro un termine perentorio, con la previsione di un commissario ad acta in caso di perdurante inerzia. Le spese di giudizio seguono il criterio della soccombenza a carico dell'Amministrazione inadempiente. La massima esprime il principio di diritto secondo cui il silenzio serbato dalla Pubblica Amministrazione sull'istanza del privato volta all'acquisto di un bene demaniale integra un'omissione di provvedimento in violazione dell'obbligo di concludere il procedimento entro il termine di legge. Il giudice amministrativo, pur non potendo pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa sostanziale, deve dichiarare l'illegittimità del silenzio e ordinare all'Amministrazione di provvedere definitivamente sull'istanza entro un termine perentorio, con la previsione di un commissario ad acta in caso di perdurante inerzia. Le spese di giudizio seguono il criterio della soccombenza a carico dell'Amministrazione inadempiente. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa esprime il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.