Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4666 del 4 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:4666PEN

Massima

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La coltivazione di piante da cui è possibile estrarre sostanze stupefacenti integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, a prescindere dalla finalità della condotta e dalla natura domestica o meno della coltivazione, purché la stessa rechi in sé un minimo di offensività, anche solo potenziale. Tuttavia, sono escluse dall'ambito di applicazione della norma penale le attività di coltivazione di modeste dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, il ridotto numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile e l'assenza di ulteriori indici di inserimento nel mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore. Ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche, il giudice gode di un ampio potere discrezionale, che deve essere esercitato valorizzando gli elementi di segno positivo che effettivamente incidano sull'entità del reato e sulla capacità a delinquere dell'imputato, potendo altresì tenere conto più volte del medesimo dato di fatto sotto differenti profili e per distinti fini, senza che ciò comporti violazione del principio del ne bis in idem. La determinazione della pena deve essere adeguatamente motivata con riferimento ai parametri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., senza che l'eventuale errore materiale nella sua indicazione formale comporti necessariamente un vizio della motivazione, ove la stessa risulti comunque congrua e logica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 3/06/2016 della Corte di appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)).
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata per determinazione della pena.
Udito il difensore, avvocato (OMISSIS) che si e' riportato ai motivi del ri…

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