Il giudice per le indagini preliminari è competente a decidere sulla richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova, avanzata dall'imputato in sede di opposizione a decreto penale di condanna. L'istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, introdotto dal legislatore come nuovo procedimento speciale alternativo al giudizio, è caratterizzato da un duplice profilo, sostanziale e processuale. Dal punto di vista processuale, esso segue regole e tempistiche analoghe a quelle previste per l'accesso ad altri riti alternativi, come il giudizio abbreviato o il patteggiamento, con la previsione di specifiche sedi e limiti temporali per la presentazione della relativa richiesta. Pertanto, anche per la sospensione con messa alla prova, il giudice competente a decidere sulla domanda dell'imputato è quello che, in ciascuna fase del procedimento, "procede" nella trattazione della causa, ovvero il giudice per le indagini preliminari nel caso in cui la richiesta sia stata avanzata in sede di opposizione a decreto penale di condanna. Tale soluzione, oltre ad essere coerente con la disciplina processuale dettata dal legislatore, evita altresì il rischio di una frammentazione del procedimento e di una possibile preclusione per l'imputato di accedere ad altri riti alternativi, qualora la richiesta di sospensione con messa alla prova non dovesse essere accolta.