Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10610 del 17 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:10610PEN

Massima

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Il dolo generico del reato di calunnia si desume dalle concrete circostanze e modalità della condotta, che evidenziano la consapevolezza dell'agente circa l'innocenza della persona incolpata. L'accertamento del dolo si realizza attraverso un procedimento logico-deduttivo che trae elementi probatori dalle modalità esecutive del fatto, senza che sia necessaria un'espressa confutazione di tutte le deduzioni difensive, purché la motivazione risulti logica e adeguata. La valutazione unitaria degli indizi, anche se singolarmente privi di gravità, precisione e concordanza, può condurre all'affermazione di responsabilità penale, senza che tale apprezzamento sia sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi di macroscopica evidenza. L'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude la possibilità di far valere o rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per prescrizione, anche se maturata prima della pronuncia della sentenza di appello ma non dedotta nel giudizio di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ba. Fa. nato a (OMESSO);

avverso sentenza della Corte di Appello di Perugia resa in data 21 settembre 2007;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) Fazio;

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del sostituto Dott. DE SANDRO ((omissis)), che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

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