Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11739 del 14 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11739PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento cautelare emesso dal tribunale del riesame, deve limitarsi a verificare la logicità e coerenza dell'apparato argomentativo, senza poter procedere a una nuova valutazione delle risultanze probatorie, salvo il caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione. Pertanto, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella del giudice di merito, a meno che non ravvisi una assoluta incompatibilità tra la motivazione e gli atti del processo, espressamente dedotta dal ricorrente. In particolare, il giudice di legittimità deve accertare: a) che la motivazione sia effettiva e non meramente apparente; b) che non sia manifestamente illogica; c) che non sia contraddittoria. Ove tali requisiti siano rispettati, il giudice di legittimità deve dichiarare inammissibile il ricorso, senza poter sindacare l'adeguatezza o la rispondenza delle argomentazioni del giudice di merito alle risultanze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. ZAPPIA Pietro - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di;

nei confronti di:

1) CA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 22/06/2007 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ZAPPIA PIETRO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. DELEHAYE Enrico che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con ordinanza del 4.6.2007 il …

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