Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20484 del 17 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20484PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione può legittimamente escludere il vincolo della continuazione tra reati associativi commessi in ambiti territoriali diversi e in periodi temporali distanti, anche in presenza di una parziale sovrapposizione soggettiva dei sodalizi criminali, ove risulti provata la diversità strutturale e funzionale delle consorterie, nonché la sussistenza di una cesura temporale significativa tra le condotte delittuose. In tali ipotesi, il giudice è tenuto a dare conto in modo sintetico, ma esaustivo, dei criteri valutativi adottati per pervenire alla differenziazione dei reati, al fine di rendere manifesti all'esterno gli elementi presi in considerazione e il percorso argomentativo seguito. Il mancato riconoscimento della continuazione non è inficiato dalla circostanza che i reati siano riconducibili a un medesimo contesto criminale, ove risulti provata la discontinuità temporale e la diversità strutturale e funzionale dei sodalizi, in conformità con l'orientamento giurisprudenziale consolidato secondo cui l'appartenenza di un soggetto a più associazioni mafiose, anche operanti nello stesso ambito territoriale, non è di per sé sufficiente a radicare il vincolo della continuazione, essendo necessario che le condotte delittuose si inseriscano in un unico contesto criminale senza soluzione di continuità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefani - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CENTONZE A. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 294/2014 emessa il 09/03/2015 dalla Corte di appello di Lecce;
Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa il 09/06/2015 la Corte di appello di Lecce, quale giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza proposta da (OMISSIS), finalizzata a…

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