Il reato di truffa si configura quando l'agente, con artifizi o raggiri, induce in errore la persona offesa, determinandola a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio danno. Tuttavia, qualora emerga in modo evidente e incontrovertibile dagli atti che il fatto non sussiste, che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato, il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione, senza necessità di ulteriori accertamenti. Inoltre, il termine di prescrizione del reato decorre dalla data del fatto, anche quando la punibilità è subordinata al verificarsi di una condizione di procedibilità. Pertanto, il giudice deve dichiarare l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione, qualora il tempo trascorso dalla commissione del fatto sia superiore al termine prescrizionale, anche in presenza di cause di sospensione. Infine, per quanto concerne le statuizioni civili, l'imputato che intenda ottenere una riduzione dell'importo del risarcimento deve allegare e provare specificamente le spese sostenute, non essendo sufficiente una mera deduzione generica.