Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41747 del 13 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:41747PEN

Massima

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Il dolo generico, quale elemento soggettivo del reato di atti persecutori, è integrato dalla volontà di porre in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice e dell'abitualità del proprio agire, senza che sia necessaria la preordinazione di tali condotte. L'accertamento del dolo può fondarsi su dati esteriori e oggettivi, valutati sulla base di massime di esperienza, che consentano di inferire l'esistenza di una rappresentazione e di una volizione da parte dell'agente. La presenza dell'arma, anche se non visibile, può integrare la circostanza aggravante dell'uso dell'arma nel reato di atti persecutori, qualora sia idonea a rafforzare l'intento intimidatorio nei confronti della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/10/2022 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di SASSARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO CAPUTO;
Rilevato che le parti non hanno formulato richiesta di discussione orale ex Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, convertito, con modificazioni, dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, prorogato, da ultimo, in forza del Decreto Legge 23 giugno 2023, n. 75, a…

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