La giurisdizione del giudice amministrativo è limitata ai casi in cui la pubblica amministrazione esercita un potere autoritativo, che determina uno sbilanciamento della posizione del privato rispetto all'ente pubblico. Quando, invece, la pubblica amministrazione agisce nell'esercizio della propria autonomia negoziale, senza l'esercizio di poteri autoritativi, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto il rapporto tra le parti è paritario e non caratterizzato da una posizione di supremazia dell'amministrazione. In tali ipotesi, il privato fa valere una posizione di diritto soggettivo e non di interesse legittimo, con la conseguente declinazione della giurisdizione del giudice amministrativo a favore del giudice ordinario, innanzi al quale il giudizio dovrà essere riassunto nei termini di legge. La mancanza di un legame con l'esercizio di un potere autoritativo e l'assenza di una posizione giuridica ascrivibile all'interesse legittimo comportano il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, il quale è tenuto a dichiarare l'inammissibilità del ricorso per tale ragione, con compensazione delle spese di lite tra le parti.