Il tribunale del riesame non può integrare la motivazione dell'ordinanza cautelare impugnata in assenza di un'autonoma valutazione da parte del giudice per le indagini preliminari sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Il potere-dovere del tribunale del riesame di colmare le insufficienze motivazionali del provvedimento impugnato non opera quando l'apparato argomentativo del giudice a quo si sia limitato all'impiego di mere clausole di stile o all'uso di frasi apodittiche, senza dare contezza alcuna delle ragioni per cui abbia fatto proprio il contenuto di altro atto del procedimento recepito o richiamato. Ciò in quanto il tribunale del riesame, ai sensi dell'art. 309, comma 9, c.p.p., deve annullare il provvedimento impugnato qualora la motivazione manchi o non contenga l'autonoma valutazione, a norma dell'art. 292 c.p.p., degli indizi e delle esigenze cautelari. Tuttavia, il ricorrente che lamenti la violazione di tale principio ha l'onere di allegare al ricorso o di indicare la collocazione nel fascicolo processuale degli atti rilevanti ai fini della verifica del vizio denunciato, pena l'inammissibilità del ricorso per difetto di autosufficienza.