Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8891 del 23 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:8891PEN

Massima

Massima ufficiale
La circostanza aggravante prevista dall'art.7, d.l. 13 maggio 1991, n.152, convertito in l. 12 luglio 1991, n. 203, sotto il profilo della finalità di agevolazione dell'attività di un'associazione di tipo mafioso, ha natura soggettiva, essendo incentrata su una particolare motivazione a delinquere e sulla specifica direzione finalistica del dolo e della condotta; ne consegue che, nel caso di concorso di persone nel reato, non è applicabile ai concorrenti che non abbiano agito in base a tale finalità (In motivazione la Corte ha, inoltre, escluso che detta circostanza sia imputabile ai concorrenti a titolo di colpa in quanto, riferendosi ai motivi a delinquere, la disciplina speciale prevista dall'art. 118 cod. pen. prevale su quella generale prevista dall'art. 59, comma secondo, cod. pen.).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/03/2017 del tribunale del riesame di Reggio Calabria;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DI STEFANO PIERLUIGI;
Sentite le conclusioni del P.G. Dott. PRATOLA GIANLUIGI che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito l'avvocato (OMISSIS) che si riporta ai motivi di ricorso e insiste per l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) e' stato sottoposto con ordinanza del gip di Re…

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