Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6850 del 13 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:6850PEN

Massima

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Il reato di furto militare non può essere configurato sulla base della mera disponibilità delle chiavi di un automezzo militare da parte dell'imputato, in assenza di elementi probatori concreti e univoci circa l'effettiva sottrazione di beni di proprietà dell'amministrazione militare. Ai fini della condanna per tale reato, è necessario che l'accusa dimostri in modo certo e logicamente argomentato l'illecita appropriazione di merci appartenenti all'ente di appartenenza dell'imputato, non essendo sufficiente la semplice presenza di tali beni nell'automezzo di cui l'imputato aveva la disponibilità, in assenza di altri riscontri probatori circa la loro provenienza e la loro sottrazione. Pertanto, la mera congettura sulla provenienza dei beni sequestrati non può fondare una pronuncia di condanna per furto militare, dovendosi in tal caso disporre l'assoluzione per insussistenza del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. MOCALI Piero - Consigliere

Dott. SANTACROCE Giorgio - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/6/2007 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CANZIO GIOVANNI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ROSIN Roberto che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per non aver commesso il fatto.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

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