Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27711 del 15 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27711PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare che legittima l'applicazione della misura della custodia in carcere, deve essere valutato dal giudice in modo rigoroso e congruente, tenendo conto non solo della gravità del fatto e della condotta successiva dell'indagato, ma anche delle circostanze concrete dell'azione, del titolo di imputazione e della possibile idoneità di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, a contenere adeguatamente il profilo di pericolosità soggettiva. La mera gravità del reato e la freddezza mostrata dall'indagato nelle fasi successive non sono di per sé sufficienti a giustificare l'applicazione della custodia cautelare in carcere, essendo necessaria una motivazione puntuale sull'inidoneità di ogni altra misura meno afflittiva a contenere il pericolo di recidiva, in applicazione del principio di extrema ratio della misura detentiva. La valutazione della pericolosità dell'indagato deve tenere conto anche degli elementi che possono attenuare o escludere il dolo, come la sproporzione tra la reazione armata e la condotta della vittima, nonché di comportamenti successivi che denotino un atteggiamento non connotato da cinismo o indifferenza. L'ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere deve, pertanto, dare conto in modo adeguato e logico di tali elementi, al fine di giustificare in modo rigoroso l'applicazione della misura più grave, in ossequio ai principi di proporzionalità e di minima offensività che governano il sistema cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/02/2018 del TRIB. LIBERTA' di VENEZIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. LORI PERLA che conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale di Venezia-Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della liberta' personale ha - in accoglimento dell'appello proposto dal pubblico ministero avvers…

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