Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49466 del 27 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:49466PEN

Massima

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La prescrizione del reato, quale causa di estinzione dello stesso, opera anche in sede di giudizio di appello, qualora il tempo trascorso dalla commissione del fatto superi il termine previsto dalla legge, indipendentemente dalla pronuncia di condanna in primo grado. Il giudice di appello, pertanto, è tenuto a dichiarare l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione, anche d'ufficio, senza poter rinviare il processo per un nuovo esame nel merito. Tale principio si fonda sulla natura oggettiva e sopravvenuta della prescrizione, che determina l'impossibilità di un ulteriore accertamento della responsabilità penale, a tutela del diritto dell'imputato a non essere sottoposto indefinitamente al processo. La declaratoria di prescrizione, pertanto, comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, in quanto il reato risulta comunque estinto per il decorso del tempo previsto dalla legge, indipendentemente dalle valutazioni di merito operate dai giudici di primo e secondo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

ricorre avverso la sentenza, in data 5 luglio 2013, della Corte di Appello di Messina che, a parziale conferma della sentenza di primo grado, ritenuta la continuazione con la sentenza del Tribunale di Barcellona P.G. in data 11 marzo 2009, ha condannato il ricorrente alla pena complessiva di anni uno e mesi otto di reclusione ed euro 600,00 di multa.

Sentito il Relatore Cons. Dr. ((omissis));

Udite le conclusioni del P.G. Cons. Dr. ((omissis)), ch…

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